DIETA. Dal greco: diaita = modo di vivere; nel secondo significato, dal latino: dies, giorno. Nell'antichità della medicina greca la dieta, prevedeva regole che disciplinavano TUTTI gli aspetti della vita quotidiana: dall'alimentazione, all'esercizio fisico, al riposo. Non una terapia dimagrante straordinaria, ma un ordine da osservare con diligenza per aver cura costante della propria vita. Purtroppo la concezione attuale è quella del rimedio temporaneo verso l'eccesso dei periodi di festa, oppure quella imposta dai medici a fronte di patologie specifiche. Ad ogni modo, nulla di sereno come poteva essere un tempo - ma è un senso che si può recuperare, no? Inutile illudersi, le diete temporanee non funzionano, ma è ciò che corregge a poco a poco l'abitudine, l'inclinazione, il gusto (e perciò il modo di vivere) che ha successo duraturo. Il termine "dieta" è in grado dunque di suscitare un sentimento di amore e odio. Ma sacrifici e rinunce fanno da padroni. Ma tutte le diete sono consigliate per tutti? E a tutte le età? E tutte funzionano a prescindere? NO. La dieta, o meglio regime alimentare, è strettamente personale. E decisamente viene valutata in modo mirato al tipo di problematica/situazione specifica. Vi sono inoltre alcune diete a cui non dar retta per nessun motivo. Di seguito riporto uno stralcio tratto da un articolo su Vanity Fair, che nonostante non sia una rivista ovviamente scientifica, risulta esser molto veritiero. Le diete da non seguire "Sono quelle miracolose e che promettono di dimagrire in poco tempo. Funzionano sì, ma a breve termine e sono dannose per la salute. La parola dieta è una delle più cercate dalle donne su Google, del resto nel motore di ricerca se ne possono trovare almeno 150 dal nome proprio... Rimane il fatto che spesso, pur di riuscire a dimagrire, si incorre in regimi alimentari troppo restrittivi e poco bilanciati. Con il rischio di perdere peso solo momentaneamente e di danneggiare la salute. L'equipe del Instituto Medico Europeo de la Obesidad di Madrid ha individuato quali sono le cinque diete da evitare assolutamente in questo 2016. Tra le diete ci sono quelle che eliminano del tutto i carboidrati, le diete detox prolungate e quelle basate sull'assunzione di un unico ingrediente principale e che possono quindi creare dei deficit nutrizionali da non sottovalutare. Ecco perché. • Le diete mono-cibi Ovvero quei regimi alimentari che si concentrano su un unico alimento come la dieta del limone, dell'uva o della mela. Fanno dimagrire in fretta ma creano dei deficit nutrizionali importanti. Il rischio di queste diete, infatti, è di perdere massa muscolare e di recuperare i chili persi (se non di più) non appena si torna a mangiare normalmente. • Le diete super restrittive Come quelle da 500 calorie, le cosiddette diete last minute. Oltre ad agire negativamente sull'umore generando stress e stati d'ansia, non fanno bene alla salute e a lungo termine compromettono il dimagrimento. Cosa succede infatti al nostro corpo? Per reazione l'organismo mette in moto i meccanismi di sopravvivenza e rallenta il metabolismo per poter sfruttare la poca energia che riceve e trasformare tutto quello che può in grasso di riserva. • Le diete iperproteiche Diete che utilizzano preparati proteici come sostituti dei pasti principali e che limitano quasi a zero l'assunzione dei carboidrati. Sono pericolose perché creano uno stato di chetosi, per cui per sopperire ai cali di glucosio, l'organismo prende l'energia dalle proteine, danneggiando reni e fegato. Ecco perché durante le diete iperproteiche è consigliato bere bevande purificanti aggiuntive per smaltire le tossine in eccesso. • Diete Detox Le diete a base unicamente di centrifughe di frutta e verdura sono un carico di vitamine e sali minerali, ma che sono assolutamente da evitare per periodi prolungati. Devono essere seguite solo per un massimo di 48 ore e per depurare l'organismo non con l'obiettivo di dimagrire. • Le diete con zero carboidrati Eliminare del tutto i carboidrati vuol dire togliere al corpo la fonte principale di glocosio e quindi di energia. L'effetto è la perdita di massa magra e di acqua." Fonte: Vanity Fair Dimagrire in modo sano ed intelligente. E poi controllare il peso. Senza stress nè paure nè troppe restrizioni. Anzi, ogni tanto è giusto concedersi un minimo di gratificazione da cibo. Un jolly io la definisco. Una piccola coccola. Una grande consolazione. Poichè stare a regime non deve diventare un'agonia o una sofferenza. Ci vuole il giusto equilibrio e se non si è in grado da soli di affrontare tale percorso, meglio affidarsi ai consigli di un professionista.
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Oggi riporto qui di seguito uno stralcio molto interessante. Il tema è proprio l'attacco di fame, che prende in modo improvviso e a volte incomprensibile. Conoscendone invece l'origine e le motivazioni, possiamo iniziare ad affrontarlo e ad arginarlo. Troverete di seguito anche alcuni consigli utilissimi per cercare di risolvere il problema. Sapersi controllare è importantissimo se vogliamo stare in salute sia mentalmente che fisicamente. Buona lettura! "Il meccanismo della fame è una funzione evolutiva necessaria alla sopravvivenza ed è legata ai centri del piacere; gli stessi che, senza preoccuparsi delle conseguenze per l’organismo, ci spingono a esagerare con snack dolci e pasti fuori orario. Quando si tratta di cibo, esistono diversi modi per controllare gli attacchi e dunque rafforzare la consapevolezza di quello che stiamo facendo, permettendoci di capire se la voglia è dettata da un effettivo bisogno del corpo (a corto delle sostanze contenute in quegli alimenti) o da fattori emotivi. Quando è fame vera Quando l’ energia della prima colazione si esaurisce prima del previsto e l’ ora del pranzo sembra ancora troppo lontana, oppure quando stai esagerando con il taglio delle calorie, il desiderio di buttar giù qualcosa è più che legittimo. Quando è fame nervosa Molte persone, quando si sentono un pò giù o sono più ansiose del solito, vanno alla ricerca di una caramella, un cioccolatino o un pacchetto di crackers. Le loro giornate si trasformano così in uno spuntino continuo, dannoso sia per la linea che per la salute. In questo caso, non si tratta di vera fame, ma di fame nervosa. Se la fame improvvisa capita sempre nei momenti in cui ci sentiamo meno gratificati o in periodi di particolare stress si tratta quasi certamente di fame psicologica che nasce dall’ esigenza di sopperire, con la gratificazione del palato, alle mancanze (anche affettive). Il cibo, in questi casi, non viene gustato ma divorato, badando più alla quantità che alla qualità. Genesi della fame emotiva Alcuni studiosi hanno ipotizzato la causa dei comportamenti alimentari anomali: essi ritengono che la fame nervosa si sviluppi nella prima infanzia. Secondo questa teoria, è essenziale che la mamma capisca quando il bambino avverte un reale bisogno di mangiare e quindi soddisfi la fame porgendogli il seno o il biberon, evitando di offrirgli il cibo quando il pianto infantile non è effettivamente una conseguenza della fame. Se questa giusta interpretazione della mamma non si verifica, è probabile che il figlio crescerà senza essere capace di elaborare una giusta identificazione della fame e non saprà distinguere tra questa ed altre sensazioni. Così, nell’età adulta diversi stati d’animo come l’ansia, la tensione, la collera verranno interpretati nel modo sbagliato con conseguente assunzione eccessiva di cibo. Implicazioni emotive della fame nervosa La fame per noia La pausa caffè al lavoro, lo sgranocchiare della casalinga, lo spuntino dello studente: sono esempi di situazioni nelle quali il cibo diventa valida ragione per distrarsi da attività sentite come pesanti e monotone. La noia non è associata a dei sintomi evidenti, è quindi difficile identificare il vero problema. E’ quindi utile programmare attività piacevoli, non impegnative e, quando questo non fosse possibile, cercare di svolgere le attività noiose in un luogo dove non vi sia del cibo disponibile. La fame per rabbia Divorare qualcosa per non divorare qualcuno, sembra essere il motto di chi sfoga sul cibo frustrazioni, gelosie, risentimenti. Quando un’ emozione forte come la rabbia non può essere espressa, forse perché sentita come troppo pericolosa, il cibo diventa lo strumento che placa. Generalmente questi sentimenti derivano dal fatto che il soggetto non riesce ad ottenere ciò che desidera e, quindi, mangia per scaricarsi e per sfogarsi. Il soggetto talvolta soffre di dolori allo stomaco o ai muscoli. Per risolvere questo problema bisogna imparare a gestire la rabbia e per ottenere questo risultato esistono varie tecniche: la prima consiste nell’esternare la rabbia, perché se il soggetto non impara a non reprimere il sentimento, è probabile che si troverà a mangiare senza controllo nei momenti in cui è arrabbiato; un altro sistema consiste nel lavorare sui pensieri irrazionali che producono questo stato emotivo. La fame per mancanza Il cibo come compagno di una vita solitaria. Insoddisfatti di sé, o troppo timidi, i mangiatori solitari scelgono di relazionarsi prevalentemente con il cibo, che non chiede nulla, non giudica, ed è sempre a disposizione. La fame per ansia Quando le preoccupazioni per il futuro, per un compito da svolgere, per un evento importante, si fanno sentire troppo, e sembrano paralizzare i pensieri e le azioni, il cibo sembra diventare il tranquillante migliore, dà un risultato immediato e non richiede sforzi. Anche la depressione si accompagna spesso ad attacchi di fame ansiosa di quei cibi, come i dolci, che evocano ricordi piacevoli e migliorano temporaneamente lo stato d’animo. Per aiutare queste persone è necessario innanzitutto identificare le emozioni e la loro sequenza, i pensieri e le circostanze che creano l’ansia e quindi discutere e modificare in modo razionale l’atteggiamento mentale. La fame per tristezza Cercare di superare un dolore, un momento di sconforto, una delusione, qui il cibo richiama il suo potere consolatorio. In questo caso i dolci che sono chiamati in causa maggiormente, anche per il loro potere di evocare le antiche consolazioni materne. Per aiutare i mangiatori tristi la prima cosa che si può fare è identificare e modificare il loro pensiero irrazionale, tenendo presente che i sentimenti di queste persone non sono determinati dall’evento, ma piuttosto dai loro pensieri nei confronti dell’evento stesso. Un altro aiuto per il mangiatore triste deriva dall’esercizio fisico continuativo, che genera un miglioramento del tono dell’umore, anche quando il soggetto si nasconde dietro pensieri del tipo “non sono uno sportivo” o “è troppo faticoso”. E’ bene ricordare che gli effetti benefici si hanno anche soltanto camminando con frequenza e conducendo una vita più attiva, non è necessario praticare un’attività fisica estenuante. La fame per sensi di colpa In questo caso la condotta alimentare ha solo uno scopo punitivo: il cibo ingoiato in grandi quantità ed in poco tempo fino a sentire dolore viene usato per punirsi. La persona usa il cibo per soddisfare una pulsione masochistica perché si sente sbagliata e non meritevole. Attacco in arrivo! Se gli attacchi di fame sono molto rari (una volta o due l’anno) può anche essere che l’umore e l’emozione non c’entrino per niente. E non c’è da preoccuparsi troppo. Ma quando la fame nervosa si presenta frequentemente (una o due volte la settimana per qualche mese) può essere utile tenere un diario alimentare sul quale prendere nota del giorno e dell’ora dell’attacco e, soprattutto, dello stato emotivo in cui ci troviamo e delle condizioni che potrebbero averlo scatenato. Il diario ben compilato andrebbe poi portato al proprio medico per trovare insieme una soluzione, anche perché gli attacchi troppo frequenti possono comportare eccessi di assunzione di cibo che, a lungo andare, si ripercuotono sul peso corporeo e sulla salute in generale. Per fortuna, riconoscendoli in tempo anche con l’aiuto del diario, gli attacchi di fame nervosa possono essere controllati e, spesso, anche eliminati del tutto. E chi pensa di non farcela può sempre farsi aiutare da un dietologo o da uno psicologo esperto in questi disturbi. O, meglio ancora, da entrambi. Pronti al contrattacco Per prima cosa è bene sapere che ci sono rimedi alternativi al cibo che possono aiutare a sconfiggere le emozioni negative. Per esempio, se la causa è l’ansia o lo stress si può ricorrere ad alcune attività come lo yoga, la meditazione, le tecniche di rilassamento corporeo o anche, più semplicemente, un po’ di attività sportiva regolare e costante. Ci sono anche degli accorgimenti e dei cibi che possono aiutare a contrastare l’attacco di fame nervosa. Per esempio, se l’attacco arriva a breve distanza da un pasto è quasi certo che non si tratti di vera fame e, quindi, ci si può preparare per tempo al contrattacco. Una mossa vincente è sicuramente quella di non saltare mai i pasti. Per esempio è buona abitudine fare sempre la prima colazione in modo da non essere sorpresi dalla fame mentre si sta lavorando o studiando o sbrigando le faccende domestiche. In casa la probabilità di trovare del cibo gradito è molto elevata e, quindi, quando si fa la spesa è meglio evitare di fare provviste di dolciumi, cioccolato, pane, focaccia, creme e salse dolci o salate da spalmare sul pane, caramelle, biscotti o altri cibi tentatori. Invece, si possono acquistare molte verdure salutari e ipocaloriche come i finocchi, le carote e il sedano che, in caso di attacchi ravvicinati, si possono sgranocchiare crudi, senza alcun condimento e con la certezza di non farci danno. Un’altra buona abitudine è quella di bere molta acqua nell’arco della giornata: oltre a migliorare le funzioni intestinali e urinarie l’acqua aiuta a riempire i vuoti di stomaco. Mangiare pasti piccoli e frequenti durante il giorno, masticando sempre lentamente, servirà non soltanto a migliorare la digestione, ma anche a sentirsi sazi in un tempo abbastanza breve. dormire di più, quando possibile, è molto utile. Meglio ancora, se prima di coricarsi si beve una bella tisana calda e rilassante. O anche un buon bicchiere di latte caldo, parzialmente scremato e senza zucchero." Fonte: Psicoadvisor Dunque se avete letto attentamente, la fame vera tutt'altra cosa rispetto agli attacchi che possono attanagliarci durante il giorno. Il fisico, partendo dal cervello, ha bisogno ovviamente di nutrimento. Ci da dunque segnali inequivocabili avvisandoci, come può, della necessita di cibarsi. Tutto inizia dal sistema nervoso, che collegato con tutto il nostro corpo, quindi anche con lo stomaco, ci indirizza verso il frigo. Fin dall'antichità si afferma che la pancia è la sede delle emozioni e dell' inconscio; ma per potere avere queste funzioni, occorre che la pancia abbia un "cervello" che possa elaborare i dati autonomamente da quello superiore, recenti scoperte (studi di neuro-gastroenterologia) hanno confermato che il cervello enterico esiste, eccome e che esso funziona autonomamente da quello superiore! Come sempre più spesso succede, la medicina naturale e popolare, non solo non ha torto, ma addirittura viene sempre più confortata dalle ricerche e scoperte della scienza.
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Dott. ssa Serena FioravantiI miei approfondimenti per una sana e corretta alimentazione Archivi
Novembre 2018
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