L'olio di palma rientra nella famiglia dei grassi vegetali e si ricava da palme coltivate esclusivamente in regioni tropicali umide. Oggi la maggior parte della produzione proviene da due paesi: l’Indonesia e la Malesia. Questi due rappresentano insieme l’87% della fornitura mondiale. Ci sono tre categorie di olio di palma: grezzo, raffinato e olio di palmisto. L'ultimo è ottenuto dai semi del frutto della palma. Gli altri due dal frutto stesso. Fra i tre il peggiore è senz'altro quello raffinato perchè mentre il grezzo presenta una componente di grassi saturi ma anche una gran porzione di buoni antiossidanti, quello raffinato viene talmente privato di questa componente benefica contenendo quindi solo una grande quantità di grassi dannosi per la nostra salute. L’olio di palma contiene 47% di grassi saturi, una percentuale buona rispetto al contenuto di altri grassi di simile applicazione: cocco (92%), burro (66%), burro di cacao (62%) e sego (54%). Inoltre, nei prodotti alimentari l’olio di palma è spesso utilizzato con altri grassi e oli che insieme determinano la composizione degli acidi grassi e l’eventuale effetto sulla salute. Ma fa davvero male? Ormai la psicosi da olio di palma si legge ovunque e dilaga spesso anche per colpa della nostra ignoranza per io semplicissimo fatto che non siamo preparati ad affrontare discorsi in cui compaiono paroloni come grassi saturi non idrogenati. Purtroppo però di tali questioni ancora se ne parla poco correttamente o peggio spuntano di continuo dibattiti di cui se ne occupano persone non proprio preparate. Occorre sempre ben documentarsi con materiale attendibile e farsi una idea seria prima di trarre conclusioni. Ma andiamo con ordine. Secondo un recente studio dell' Università di Bari le conseguenze dell'assunzione PROLUNGATA e QUOTIDIANA dell'olio di palma potrebbero essere gravi, l'olio di palma potrebbe infatti favorire disturbi cardio-vascolari ed il diabete di tipo 2. Ma non tutti gli esperti sono concordi e su questo già tempo fa era tornata la polemica, con la trasmissione Report. Riguardo alla sua sospetta cancerogenicità: il rischio consiste nel momento in cui un olio ricco di grassi saturi raggiunge il punto di fumo, ovvero durante la cottura, tendendo a generare composti pericolosi per la salute potenzialmente cancerogeni. Ma pare che l'olio di palma sia tra quei pochi oli che genera una piccola quantità di componenti dannosi rispetto ad altri. Dove lo troviamo? Quasi in tutti i cibi confezionati che acquistiamo al supermercato. Un esempio banale? Merendine, biscotti, crackers, brioches, margarina, dolciumi, gelati, creme spalmabili, addirittura in alcuni tipi di pane e cereali. Praticamente quasi ovunque. Dunque per chi ha intenzione di evitarlo ad oggi sembra quasi impossibile! Secondo la mia esperienza il troppo di tutto fa male. Non bisognerebbe eccedere a prescindere. E' anche vero che non consiglierei affatto ad un soggetto in sovrappeso di abbuffarsi di biscotti confezionati! Il dato veramente preoccupante è un altro. Riporto qui una parte di un articolo presente su Il fatto alimentare: "«La situazione non è proprio rosea e i lavori scientifici lo evidenziano – spiega Anna Villarini biologa nutrizionista presso l’Istituto nazionale dei tumori di Milano. Una raccolta di studi condotta dai ricercatori e nutrizionisti italiani...su oltre 50 lavori diversi e pubblicata nel 2014 su The American Journal of Clinical Nutrition, evidenzia che il consumo abituale di olio di palma fa aumentare in modo significativo la concentrazione di grassi nel sangue, dal colesterolo ai trigliceridi (leggi documento). Non solo, il rapporto tra colesterolo cattivo (LDL) e buono ( HDL) aumenta, per cui alla fine si assiste a maggiori livelli di colesterolo cattivo. Un altro elemento evidenziato è la maggiore presenza di colesterolo cattivo nel sangue tra gli abituali consumatori di olio di palma, rispetto alle persone che impiegano altri grassi decisamente più salutari come l’olio extravergine di oliva." Quindi l'olio extravergine di oliva Italiano resta e resterà comunque un olio vegetale sano e dalle preziose proprietà organolettiche praticamente imbattibili sulle nostre tavole. Resta da comprendere e da affrontare la questione etica e sociale: l’olio di palma è il secondo olio vegetale più prodotto al mondo secondo solo all’olio di soia. Riguardo ai due principali produttori, Malesia e Indonesia: il grado di biodiversità è sempre più minacciato dal disboscamento di foresta pluviale, abbattuta al ritmo di 2,8 miliardi di ettari durante un solo anno per la creazione di piantagioni di palme con incendi sistematici ed soprattutto incontrollati: si calcola che tra il 1997 e il 1998 l’entità delle emissioni di anidride carbonica derivante dagli incendi in Indonesia equivaleva al 40% delle emissioni prodotte globalmente per la combustione di carburanti fossili nell’intero anno. Tale conversione alla monocoltura, già di per sé gravissima, si trascina dietro la distruzione di ecosistemi e l’eliminazione di specie animali numerose e rare. La questione è dunque assai delicata. E’ improponibile parlare di sostenibilità tralasciando la quantità; è impossibile mantenere i consumi attuali parlando di produzione sostenibile. Quindi si tratta di porre attenzione sia alla nostra salute che alla salvaguardia di vari ecosistemi che sono, ad oggi, completamente in bilico, al limite quasi. Occorre essere consapevoli e fare dunque delle scelte giuste per l'intera umanità poichè siamo parte di essa. Ricordiamo inoltre però che se da un lato mangiare una nota crema spalmabile può causare aumento di peso, squilibri ormonali e successivi problemi circolatori, è anche vero che la quotidianità porta al danno, non la sporadicità. E quindi la scelta del NON mangiare un prodotto contenente olio di palma dovrebbe dipendere in primis dalla nostra coscienza e dalla consapevolezza che le alternative esistono (olio di cocco, olio di semi di lino, olio extravergine di oliva che saranno approfonditi successivamente) ed ovviamente dalla nostra condizione fisica e di salute che in alcuni casi diventa prioritaria per la sopravvivenza dell'individuo stesso. Fonte: http://ilfattoalimentare.it/
1 Commento
ANNA MARIA WYROBEK
1/27/2016 01:56:16 am
CARA DOTTORESSA,LA RINGRAZIO VIVAMENTE PER I SUOI INTERESSANTI ED ESAUSTIVI ARTICOLI , É UNAPERSONA SPECIALE.DI NUOVO GRAZIE ,UN CARO SAALUTO ANNA MARIA WYROBEK
Risposta
Lascia una risposta. |
Dott. ssa Serena FioravantiI miei approfondimenti per una sana e corretta alimentazione Archivi
Novembre 2018
Categorie |